Tutti ci troviamo costantemente di fronte a emozioni negative e fin dai primi momenti della nostra vita impariamo a sviluppare meccanismi per difenderci dal dolore che ci recano.
Esse si basano essenzialmente su due strategie, tipiche di un bambino quando assaggia qualcosa di amaro: per liberarsi da quella sensazione può reagire sputando o inghiottendo il boccone. Queste sono le stesse strategie che adottiamo da adulti quando ci capita qualcosa di spiacevole o doloroso; possiamo rigettare l’evento, quindi scaricarlo all’esterno, oppure inghiottirlo velocemente all’interno, dimenticandocene.
Inghiottire equivale a rimuovere, far finta che quel problema non si sia mai presentato. Possiamo rifiutarci di ammettere a noi stessi di essere arrabbiati, tristi o delusi, fingendo di stare bene. Anestetizzarsi è uno dei metodi più efficaci, per un po’ siamo davvero convinti che quell’evento non ci abbia scalfito. Il problema è che se rifiuti di sentire il dolore non senti neanche più il piacere, anestetizzando la sensibilità al brutto ma anche al bello della vita. Se questi eventi negativi non vengono elaborati si trasformano facilmente in depressione, auto-svalutazione e in altre ferite che ci infliggiamo
L’altra reazione del bambino di fronte al cibo amaro è quella di sputare, che nell’adulto diventa scaricare l’emozione negativa in un’azione. Per esempio se qualcuno ci umilia possiamo reagire rigettandogli addosso tutta la nostra rabbia, o peggio, quando questo non è possibile, possiamo sfogarci con una terza persona estranea alla circostanza. Anche questo metodo in quel momento ci sembra efficace, perché quando scarichiamo emotivamente per un po’ ci sentiamo bene. Ovviamente però questo crea un’escalation di eventi che porta a ulteriori episodi dolorosi, nei quali ricadiamo ripetutamente compiendo sempre gli stessi errori. Secondo Freud la “coazione a ripetere” è tipica della nevrosi, ma nella Gnosi sappiamo che in realtà si tratta di una caratteristica che abbiamo tutti, perché se davvero imparassimo sempre dai nostri errori l’umanità “sana” sarebbe un’umanità perfetta. Il problema è che quando non siamo coscienti di “qualcosa”, siamo condannati a ripeterlo senza fine nelle nostre azioni.
La chiave che dà la Gnosi per il lavoro sulle emozioni è rivoluzionario. Non si tratta inghiottire o scaricare, ma di sentire l’amaro pienamente fino in fondo. Si tratta dell’unico modo per conoscere quel dolore o quell’emozione negativa ed è l’unica via per far sì che non lasci residui dentro di noi.
Certamente non è un compito per niente facile eliminare le emozioni negative, perdere ogni identificazione con il proprio modo di vivere, con i problemi di ogni genere, con gli affari, i debiti, le cambiali da pagare, il telefono, l’acqua, la luce, ecc.
I disoccupati, coloro che per un motivo o per un altro hanno perso l’impiego o il lavoro, evidentemente soffrono per mancanza di soldi e dimenticare la loro situazione, non preoccuparsi né identificarsi con il loro problema è di fatto estremamente difficile.Coloro che soffrono, che piangono, che nella vita sono stati mal ripagati o vittime di un tradimento, di un’ingratitudine, di una calunnia o di una frode, si dimenticano davvero di se stessi, del loro Reale Essere intimo, s’identificano completamente con la loro tragedia morale.
Il lavoro su se stessi è la caratteristica fondamentale del Cammino Verticale. Nessuno potrebbe percorrere il sentiero della grande ribellione senza mai lavorare su se stesso.
Il lavoro al quale ci riferiamo è di tipo psicologico: riguarda una certa trasformazione del momento presente in cui ci troviamo. Dobbiamo imparare a vivere d’istante in istante.
Ad esempio, una persona disperata a causa di un problema sentimentale, economico o politico, si è ovviamente dimenticata di se stessa.
Se questa persona si ferma un istante, se osserva la situazione e cerca di ricordarsi di se stessa e quindi si sforza di comprendere il senso del suo atteggiamento, se riflette un po’, se pensa che tutto passa, che la vita è illusoria, fugace e che la morte riduce in cenere tutte le vanità del mondo, se comprende che il suo problema in fondo non è altro che un fuoco di paglia, un fuoco fatuo che si spegne subito, immediatamente vedrà con sorpresa che tutto è cambiato.
Samael Aun Weor, “Trattato di Psicologia Rivoluzionaria”
Ciò che dobbiamo comprendere per rivoluzionare la nostra vita è che le emozioni, respinte o inghiottite, vanno a caricare il nostro bagaglio di impressioni, sostanza fondamentale e imprescindibile per il nostro percorso di vita. Una vita senza impressioni sarebbe impossibile, in quanto è il modo attraverso cui percepiamo il mondo, esse tuttavia vanno “trasformate”, ovvero assaporate, studiate e trascese, per far sì che non continuino a lavorare negativamente dentro di noi.
La vita ci arriva in forma di impressioni ed è proprio lì che esiste la possibilità di lavorare su noi stessi. Prima di tutto dobbiamo comprendere il lavoro che dobbiamo fare. Poi potremo raggiungere una trasformazione psicologica di noi stessi effettuando un lavoro sulle impressioni che stiamo ricevendo in ogni istante, in ogni momento. Questo primo lavoro prende il nome di “primo shock cosciente”, ed è in rapporto con le impressioni che sono tutto ciò che conosciamo del mondo esteriore. Che grandezza hanno le cose vere, le persone vere?
Dobbiamo trasformarci internamente tutti i giorni. Se vogliamo trasformare il nostro aspetto psicologico dobbiamo lavorare sulle impressioni che entrano in noi. Il lavoro sulla trasformazione delle impressioni viene chiamato “primo shock cosciente” perché lo shock è qualcosa che non potremo osservare in forma puramente meccanica: per poterlo osservare c’è bisogno di uno sforzo auto-cosciente.
È chiaro che quando si inizia a capire questo lavoro, si potrà cominciare a smettere di essere uomini meccanici che servono ai fini della natura. Se ora si pensa al significato globale di tutto quanto viene insegnato qui, a causa dello sforzo che si compie, iniziando dalla osservazione del me stesso, si potrà vedere che nel lato pratico del lavoro esoterico tutto è in rapporto intimo con la trasformazione delle impressioni e, naturalmente, con ciò che ne risulta dalle stesse.
Il lavoro, per esempio, nelle emozioni negative, sugli stati d’animo di rabbia, sull’identificazione, sull’auto-considerazione, sugli io successivi, sulla menzogna, sull’auto-giustificazione, sulla discolpa, sugli stati incoscienti in cui ci troviamo, è in rapporto totale con la trasformazione delle impressioni e su ciò che risulta da tutto ciò. Si potrà convenire che, in un certo modo, il lavoro su se stessi, nel senso di ciò che è una trasformazione, si può paragonare ad una dissezione.
Samael Aun Weor, “La Rivoluzione Della Dialettica”
Il Maestro Samael tratta a lungo, ampiamente e approfonditamente il tema della trasformazione delle impressioni, dando una linea di lavoro estremamente dettagliata ed efficace. L’osservazione costante di sé, la meditazione e altre antiche pratiche esoteriche, costituiscono il il Cammino che dobbiamo intraprendere se davvero vogliamo rivoluzionare la nostra vita. La Gnosi insegna tutto ciò ma dobbiamo prima di tutto volere profondamente una trasformazione radicale del modo in cui percepiamo noi stessi e il mondo. In questo modo la Volontà si fa Anelito e, quando l’inquietudine è reale e sincera, si apre la porta del cambiamento, portandoci verso una strada lunga, difficile ma guidata da una luce più potente del sole che vediamo in cielo.